Regione: Lombardia – Valmalenco
Località di partenza: Chiareggio
Difficoltà: Facile, adatta a tutti
Durata: 50 minuti circa di camminata
Altezza: fino a 1970 m
Indice
Dove parcheggiare
Raggiungere il punto di partenza per la nostra escursione ai Rifugi Gerli e Ventina è semplice! Ci troviamo nella bellissima Valmalenco, in località Chiareggio, proprio alla fine della strada asfaltata! Di fatto oltre Chiareggio è impossibile proseguire in auto, ma da questo piccolo centro abitato è possibile approfittare di tante bellissime escursioni di trekking.
Chiareggio si trova a circa 2,20 minuti da Milano, 1,20 ore da Lecco e soltanto 30 minuti da Sondrio. Arrivando da Milano prendiamo la Strada statale 36 del Lago di Como e dello Spluga in direzione Lecco e successivamente, a Colico, proseguiamo in direzione di Morbegno. Passata Morbegno andiamo sempre dritti sino ad arrivare a Sondrio dove incontreremo le indicazioni per la Valmalenco.
Raggiunta Chiesa Valmalenco troveremo il bivio per Lanzada ma noi seguiamo le indicazioni per Chiareggio che ci porteranno nel vivo di una bellissima e rigogliosa vallata attraversata dal gelido fiume Mallero.
A Chiareggio sono presenti diversi parcheggi anche vicino al centro abitato, ma il consiglio è quello di arrivare fino alla fine della strada asfaltata dove incontreremo un ampio parcheggio sullo sterrato proprio vicino al fiume.
Questo luogo è chiamato “Pian del Lupo” ed è il punto di partenza di moltissime escursioni tra cui quella al Rifugio Tartaglione ed i Rifugi Gerli e Ventina. (leggi anche l’articolo sulla nostra Gita al Rifugio Tartaglione)
Il sentiero e l’arrivo al primo rifugio, il Gerli
Una volta lasciata l’auto prendiamo lo zaino e cominciamo la nostra camminata verso il primo dei due rifugi a cui andremo a fare visita, il rifugio Gerli.
Partendo dal parcheggio sul lungo fiume torniamo a piedi in direzione del paese fino ad attraversare il ponte pedonale che ci porta sulla sponda opposta del Mallero. Proprio in questo punto troveremo le prime indicazioni per il rifugio e per altre escursione della zona.
La prima parte del sentiero è semplice, in leggera pendenza ma davvero comodo da percorrere. Completamente immerso in uno stupendo bosco di larici ci permette di intravedere soltanto a sprazzi il bellissimo paesaggio tutto intorno. Il sentiero prosegue nello stesso modo fino a quasi metà strada quando, dopo aver aggirato la montagna, si inoltra in una nuova valle più impervia e ricca di pietraie dove non è raro avvistare le marmotte.
La seconda metà del sentiero invece è leggermente più in pendenza ma pur sempre agevole ed adatta a tutti. Usciti dal bosco sarà inoltre possibile avvistare in lontananza l’inconfondibile tetto rosso del rifugio Gerli, avanposto dell‘ Alpe Ventina. Raggiunto il Rifugio Gerli incontreremo il bivio per nuove escursioni, alcune della quali di difficoltà decisamente superiore, come quella per il lago Pirola.
Proprio di fronte al rifugio sono posizionati dei cartelli spiegativi che indicano la presenza di quello che ad oggi è considerato l’albero più vecchio d’Italia, un larice millenario facente parte di un piccolo bosco in cui sono presenti altri larici (anch’essi centenari) che vivono da lungo tempo in alta quota a pochi metri del ghiacciaio!
Il Rifugio Ventina
Raggiunto il Rifugio Gerli proseguiamo sempre dritti in direzione dell’Alpe Ventina, ed a soli 350 metri circa dal rifugio Gerli ecco le mura ed i colori del rifugio Ventina! Puer essendo molto vicino al Gerli dal Ventina il panorama muta, aprendosi a 360° sull’ampia valle che ci spinge nel biancore delle spesse nevi del ghiacciaio. Il rifugio è inoltre una base ideale per varie passeggiate ed escursioni o per ascensioni sulle cime del gruppo del Monte Disgrazia. Il paesaggio offre il contrasto tra il verde dei larici ed il grigio delle rocce che indicano l’arrivo in alta montagna; ci troviamo di fatto a 1970 metri d’altezza circondati da cime anche molto più alte. Il torrente che nasce dal ghiacciaio qui si divide in tanti ruscelli dalle acque gelide in cui alle persone piace lo stesso bagnare i piedi (solo a chi resiste!)
Tutt‘intorno un’enorme pietraia ci spinge con lo sguardo al vicinissimo ghiacciaio le cui nevi perenni imbiancano la parte più alta della vallata calamitando la nostra attenzione col suo fascino antico.
Il Ghiacciaio del Ventina, all’ombra degli imponenti profili del Disgrazia e del Cassandra, rappresenta una delle perle naturalistiche della Valmalenco e del settore valtellinese in genere, in quanto apparato glaciale fra i più facilmente accessibili delle nostre montagne lombarde.
Le sensazioni che si provano in questi ambienti così estremi sono davvero uniche, un mix tra inquetudine e grande fascinazione, paura ma anche desiderio di andar sempre più vicini, per raggiungere le vette più alte e le zone più anguste dove è inoltre possibile fare l’incontro di diversi animali liberi nel loro ambiente naturale.
Dopo aver goduto a pieno del paesaggio dell’Alpe Ventina torniamo a Chiareggio percorrendo lo stesso identico sentiero dell’andata.
Una volta a Chiareggio consiglio una breve passeggiata nel piccolo centro abitato e nel “parco delle marmotte“, proprio all’inizio del paese, dove questi simpatici animali sono così abituati alla presenza dell’uomo da lasciarsi avvistare a pochi metri dalla strada e del sentiero glaciologico.
Ovviamente, per permettere alle marmotte di uscire dalle tane senza paura, occorre fare molto silenzio e poco rumore, in quanto al primo sentore di pericolo le sentinelle sono pronte a “fischiare” facendo tornare nelle tane tutte le loro compagne. Potete portare però qualche carota da lasciare nel prato in modo da invogliarle a uscire allo scoperto.